lunedì 28 marzo 2011

LA MOGLIE VOLANTE episodio 1

Fu allora che la moglie volante prese congedo dall'inverno.
Non ne fece mistero, saltò senza lacrime, senza sorriso.
Disse appena arrivederci, quello si sentì bene, arrivederci disse in si bemolle maggiore.
Mmmmm, faceva il coro muto dei dannati, alzando e abbassando le spalle.
La moglie volante saltò a braccia tese verso la bugia della luce che io stesso le avevo raccontato.
Si allontanò leggera e costante e precisa, la bocca le si muoveva come se parlasse e, infatti, parlava, non emetteva alcun suono, credevo di non poter credere giustificazioni senza decibel, nelle orecchie fischiava solo la sigla che avevo scelto per un piccolo inferno privato.
La sigla per un debole inferno.
Estrassi allora l'ultima delle mie sigarette elettroniche che avevo deciso di fumare nell'occasione speciale, il balletto però m'interruppe, due giri a sinistra tre a destra, batti le mani, la sigaretta si ruppe, Aaaaaa (il coro a bocca aperta dei dannati), la donna volante sempre più piccola e giustificata, gli occhi: due diamanti morti.
Crampi delle cosce, la sigla dell'inferno, il freddo fece il suo ingresso stridente.
Era il momento dell'assolo.
Assolo di basso.
Assolo di chitarra.
Assolo di sigaretta.
Assolo di batteria.
Assolo di magliette, assolo di buchi nella giacca, assolo di pergamene, assolo di fotografie, assolo di gelato.
Non conoscevo il freddo, non sapevo davvero come ci si dovesse comportare.
Assolo di freddo.
Nella sprovvedutezza d'un impaccio privo d'intuito provai, allora, a fare un disegno, tanto per rallentare il battito, per fissare il momento, gli applausi non tardarono, non si fecero aspettare, fioccarono le offerte.
Accettai subito alla prima. 

Nessun commento:

Posta un commento